Torna la rubrica I love Yuko Osada con la quale, di volta in volta, vi presento tutti i manga di questo autore in mio possesso, in ordine cronologico di pubblicazione italiana.
Il titolo della rubrica è nato unendo la frase I love you e il nome dell’autore e, vista l’assonanza con il titolo della canzone I love Lady Gaga dei 77 Bombay Street, ho deciso di creare anche una sigla!
Faccio anche stavolta la stessa premessa per chi si fosse perso gli altri post di questa rubrica (trovate i link a fine post): dopo aver letto The wonderful legend of Toto, prima opera arrivata in Italia del mangaka Yuko Osada, sono rimasto talmente folgorato dal suo stile di disegno e dal suo modo di raccontare che ho deciso di prendere tutte le sue opere successive.
Dopo Star Comics e GP Manga, è stata Ronin Manga (etichetta di Kappa edizioni) a portare in Italia una nuova opera di Osada pubblicando nel 2010 il divertentissimo Tokyo Snow White Project, manga del 2003.
L’autore con questa opera prende in giro il genere Super Sentai, serie televisive giapponesi in cui squadre di ragazzi con costumi multicolori lottano contro forze malvage per proteggere il mondo, genere che ha avuto successo anche da noi con i Power Rangers, mostrandoci come vanno le cose dal punto di vista dei cattivi
L’organizzazione Honeda ha un piano molto particolare, imbiancare completamente la città di Tokyo per renderla più bianca delle ossa di uno scheletro, e infatti i suoi tirapiedi, vestiti proprio da scheletri e chiamati Bones, vanno in giro con secchi di pittura e bombolette spray. Protagonista è Tsuneaki Kikuchi, nome in codice B-29, giovane che viene assunto immediatamente dall’organizzazione per via della mancanza di personale. L’organizzazione combatte contro…
… la Squadriglia Vegetale Computerizzata Shochikubain, tre ragazzi modificati geneticamente da uno scienziato e capaci di trasformarsi in supereroi… mangiando dei funghi!
L’organizzazione però è in crisi economica, non ha finanziamenti, usa mezzi di fortuna e, per affrontare i combattimenti con i propri nemici, fa girare dei furgoncini che ritirano materiale di recupero da utilizzare per costruire il proprio armamentario.
Oltre a mostrarci un’organizzazione malvagia che deve affrontare problematiche normali (mancanza di soldi e personale, spostamenti sui mezzi pubblici, assicurazione che non paga, possibili acquisizioni da organizzazioni più grosse), Osada ironizza un po’ sulle cose strambe del genere che solo il protagonista sembra capire: è normale che i tre eroi lascino improvvisamente il lavoro per andare a combattere e nessuno dica loro niente?
Ma gli eroi non si accorgono di fare solo danni con i loro enormi robottoni?
Perché non attaccare gli eroi mentre perdono tempo nelle loro trasformazioni? Non è assurdo che un tizio con i superpoteri riempia di botte un povero essere umano disarmato? Domande che ci siamo fatti spesso anche noi, diciamoci la verità!
Insomma, una storia divertente e sopra le righe in pieno stile Osada che mostra il suo tratto inconfondibile e dinamico fin dalle prime opere, anche se in certi casi sembra più sporco e irregolare.
Il volume contiene anche due storie brevi, Trattoria “Con piacere” in cui un giovane cameriere deve affrontare una serata storta nella trattoria in cui lavora quasi fosse un supereroe delle già citate serie Super Sentai…
… e Space girl Sana, sei pagine che raccontano le disavventure di una ragazza astronauta.
Spoiler: nel prossimo appuntamento con la rubrica I love Yuko Osada, in arrivo tra un mese, vi parlerò di una serie spin-off pubblicata da un’altra casa editrice!
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Mi hai ricordato alcuni passaggi di Excel Saga, come la squadra comunal-combattente Daitenji (mi pare) e i problemi di risorse di buoni e cattivi ^^
Mai letto né visto ma sembra divertente!
Excel Saga è abbastanza famoso per il cartone, che era particolarmente assurdo. Il fumetto, pubblicato in Italia solo in parte, aveva pure un po’ di trama ^^
Stavo leggendo un po’ e mi sono ricordato che ai tempi in cui è uscito il manga mi aveva incuriosito, meno male che non l’ho preso! 😂
Qui in Italia, l’autore non è stato molto fortunato.
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