Volt – Che vita di Mecha (Saldapress)

Avrei dovuto parlare di Volt – Che vita di Mecha molto tempo fa, quando erano stati pubblicati solo tre volumi e il quarto era in uscita. Ora sta per arrivare il sesto ma solo qualche giorno fa, dopo mille disavventure, sono riuscito a recuperare i primi due, che si sono aggiunti al terzo che già avevo… tutto chiaro fino a ora, no? No, lo so.

Clicca sulle immagini per ingrandirle, ne vale la pena!

Piccola premessa: avevo messo il riassunto un po’ troppo lungo delle mille disavventure qui, ma magari non vi interessa minimamente e volete solo leggere quello che penso di questo fumetto quindi sposto tutto alla fine, così potete decidere se fermarvi ai consigli d’acquisto, anche se ciò vi renderebbe un po’ crudeli, o continuare e interessarvi ai problemi di questo povero Orso e guadagnarvi la mia stima e il mio affetto.

Qui vi mostro meglio le copertine degli altri due volumi

Volt – Che vita da Mecha, scritto e disegnato da TheSparker (all’anagrafe Stefano Conte), racconta le avventure e disavventure di Volt, un robot che sogna di pubblicare il proprio fumetto. Nelle prime pagine ci viene mostrato un vecchio Volt, ormai nonno di tre nipotini a cui racconta la propria storia.

I sogni di Volt si scontrano con i preconcetti di sua madre che vorrebbe invece che il figlio trovasse un lavoro serio e retribuito.

Volt però non rinuncia e per poter far conoscere il proprio fumetto autopubblicato, si reca in una fumetteria dove fa la conoscenza di uno strano negoziante che odia i manga e si traveste da supereroe.

Per una serie di coincidenze Volt si trova costretto a diventare il commesso di una fumetteria, luogo in cui farà la conoscenza di tanti clienti strambi e vivrà esperienze assurde.

Come al solito non voglio raccontarvi troppo, questo è quello che trovate nel primo volume. Si può comunque intuire che la storia ruota, almeno all’inizio, sull’apprendistato di Volt e sulla conoscenza di nuove e sempre più strane tipologie di clienti, aspetto su cui Stefano Conte ha grande esperienza avendo lavorato proprio in una fumetteria, creando così tante situazioni comiche.

Volt è a tutti gli effetti un suo avatar, nato per raccontare aneddoti che gli capitavano in negozio attraverso strisce a fumetti che vengono riproposte in appendice agli albi insieme ad altre chicche, tra le quali Noi Robot, vecchia e divertentissima serie pubblicata sul suo blog che racconta la vita quotidiana dei famosi robottoni giapponesi e che io avevo già letto senza conoscerne l’autore!

Insomma, una serie molto divertente adatta sia a lettori giovani sia a lettori anzia… meno giovani. Forse proprio questi ultimi, di cui io faccio parte sigh sob, sapranno cogliere con più facilità le tante citazioni di fumetti, film, cartoni animati e tutti gli argomenti così cari a noi… lo dico? lo dico!… nerd.

Gli albi sono pubblicati da Saldapress a cadenza bimestrale, 64 pagine in bianco e nero per 2,99 euro. In giro si trova il pack con i primi tre numeri a 5,90 euro, tre albi al prezzo di due.

Consiglio l’acquisto? Sì, la serie è divertente e strappa sempre un sorriso, a volte anche qualche risata, grazie anche allo stile di disegno super deformed che può sembrare semplice ma che, per me, in realtà è molto interessante. E poi l’autore è uno di noi, uno che in fin dei conti ha davvero realizzato il suo sogno lavorando sodo e per questo va supportato!

(Ok, se siete tra i crudeli a cui non interessano le mie tragedie personali, potete smettere di leggere, gli altri mi seguano!)

Avevo acquistato i primi tre albi di Volt – Che vita da Mecha mesi e mesi fa insieme a quelli di Altai e Jonson ma, dopo una lunga attesa, il sito online su cui li avevo presi mi ha contattato scusandosi perché i primi due volumi erano irreperibili, mi hanno spedito solo il terzo e mi hanno rimborsato il resto. Gulp!

Quando ho acquistato Il porto proibito (che sto leggendo molto lentamente quindi ne parlerò più in là… parecchio più in là) su un altro sito, ho aggiunto all’ordine anche i due volumi mancanti di cui sopra. E cosa è successo dopo una lunga attesa? Pure questi si sono scusati perché i fumetti erano irreperibili e mi hanno rimborsato… di nuovo. Argh!

Ma dico io, se questi benedetti fumetti non li tenete a portata di mano, perché li fate comprare ai poveracci come me che poi soffrono perché hanno un terzo numero che non possono leggere? Grunf!

Alla fine mi sono rivolto a Sant’Amazon e ualà, i fumetti sono arrivati. Dopo un po’ di attesa che stava iniziando a preoccuparmi ma sono arrivati. Fiuuu!

Scusate ma dovevo sfogarmi con qualcuno, grazie per avermi ascoltato, vi voglio bene. Smack!

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9 risposte a Volt – Che vita di Mecha (Saldapress)

  1. Arcangelo ha detto:

    A furia di leggerne bene mi sta venendo voglia di provarlo… maledetti! XD

  2. Conte Gracula ha detto:

    Alcuni dei clienti di Volt sono uguali a quelli che mi descrive il mio venditore di fumetti!

    Riguardo alle disavventure, mi spiace: sarà stato seccante.

  3. rikynova83 ha detto:

    Che caso! Una decina di anni fa ero seguace di The Sparker e dei suoi fumetti sui cavalieri dello zodiaco. Adoro il suo stile di disegno. La sua ironia è fortissima!

  4. Pingback: I miei regali di Natale | La tana dell'Orso Chiacchierone

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