C’era questo tizio a cui piaceva indossare abiti colorati. Ma il suo colore preferito era l’arancione.
Aveva il cappello arancione, la felpa arancione, il giubbotto arancione e, per un periodo, ha avuto anche le scarpe arancioni.
Una volta i suoi amici gli hanno detto «Uè, sembri un parcheggiatore!»
Il tizio, che per comodità da qui in avanti chiameremo Tizio Arancione, girava in giro col suo giubbotto arancione circondato da persone con giubbotti neri, grigi, marroni, blu, persone che lo prendevano in giro per il suo giubbotto arancione che si notava a chilometri di distanza.
Ma il Tizio Arancione era contento perché a lui questa cosa piaceva. E inoltre pensava che tutta quelle persone nei propri giubbotti scuri fossero un po’ tristi. Però quando lo notavano sorridevano. Certo, potevano essere sorrisi di scherno, ma erano sempre sorrisi.
E quando le persone sorridevano mostravano i loro denti bianchi. E il bianco dei denti donava un po’ di luce a quelle facce oscurate dalla tristezza.
Col passare del tempo il Tizio Arancione dovette arrendersi ai giubbotti scuri. Aveva il suo accappatoio arancione, la sua asciugamano arancione, le sue lenzuola arancioni ma, fuori di casa, diventava grigio. Almeno il grigio puoi indossarlo sia con il nero sia con il blu.
Eppure il Tizio Arancione che ormai era solo uno dei tanti tizi neri/marroni/grigi era infelice, camminava tra la folla guardandosi i piedi come sempre ed era infelice. Poi alzava lo sguardo e notava che gli altri non lo guardavano più e, se anche lo notavano, non sorridevano più.
Ma anche lui non sorrideva più perché, diciamoci la verità, anche a lui piaceva guardarsi nel suo giubbotto arancione.
Un giorno si guardò allo specchio e ricordò, lavandosi i denti ricordò quel bianco che illuminava i volti di chi vedeva il suo giubbotto arancione.
Fu allora che decise.
Da quel giorno il Tizio Arancione, diventato uno dei tanti tizi neri/marroni/grigi, cominciò a indossare solo scarpe bianche. D’estate, d’inverno, sempre.
Così, quando si guardava i piedi come sempre, ripensava ai denti e sorrideva.
E magari quel suo sorridere e mostrare i suoi denti bianchi avrebbe portato il sorriso sul volto delle tante persone nere, marroni, grigie, che camminavano intorno a lui.
Adesso tutti lo chiamano il Tizio dalle Scarpe Bianche.
E a lui va bene così.
Preferirei arancioni anche le scarpe.
Ma lavori all’Anas? XD
Moz-
Ops! Ho svelato il mio lavoro!
Non è vero eh! 😛
scusa ma non poteva metterle rosse? che bianche si sporcano subito e diventano grigie 😦
Compra un sacco di Cif! Tornano nuove! XD
belle le scarpe bianche bianche!
Infatti! Però anche quando sono un po’ sporche fanno sempre la loro bella figura!
Non è che con le scarpe bianche poi ti prendono per un infermiere?
Vabbè, non è che sono proprio tutte bianche bianche eh!
Ci sta pure un po’ di blu, rosso, grigio… sai, per spezzare! 😛
Io ho un paio di scarpe bianche e fucsia!
Sto post mi fa pensare un po’…ma non so come tradurre tutto in un commento..
Ma come! Non puoi lasciarmi con questo dubbio!
Cosa ti fa pensare?
Mi fa pensare che non si può essere di buonumore per tutta la vita…ma si deve sempre far qualcosa per cercare di esserlo il più possibile! 🙂
Io messaggio è proprio quello! 😉
Mi piace questa favoletta! 😀 BRAVO!
Grazie! 🙂