E continuiamo a parlare delle mie Cose Consumate.
A cosa mi riferisco? A quelle cose che, per un legame affettivo, continuiamo ad usare anche quando si sono consumate, appunto.
[LEGGI LA PRIMA PARTE DI QUESTA FANTASTICA STORIA]
Ah, se lo avessi avuto quando decisi di crearmi un bastone da escursione!

Si nota la mia collezione di Orsi sulla mensola?
In realtà quel bastone nasceva come mazza di un gioco conosciuto nel mio dialetto come “‘A mazz e ‘o pivezo” dove “‘a mazz” è un bastone lungo, spesso ricavato da manici di scopa o rami d’albero, e “‘o pivezo” è un bastone più piccolo (intorno ai 10-15 centimetri) con le estremità appuntite, come se fosse una matita temperata da entrambi i lati.
Il gioco consiste nel colpire con la mazza uno dei due lati appuntiti del pivezo affinché questo si alzi in aria e possa essere nuovamente colpito al volo per spedirlo il più lontano possibile.
Ovviamente vince chi lo lancia ad una distanza maggiore.
Era il mio primo Campo estivo con gli Scout. Da qualche parte l’ho già scritto: era il 1998 ed era a Tricarico, un paesino in provincia di Matera, Basilicata.
In un bosco trovare un ramo spezzato e non troppo fresco non fu affatto difficile, anzi, riuscii a trovarne uno dritto e pesante, perfetto per giocare. Dopo averlo ripulito e levigato, divenne talmente comodo e preciso che tutta la mia Squadriglia decise di gareggiare con quello.
Gli fu dato anche un nome, lo Spaccapivezo, per via della forza con cui si poteva battere.
Terminato il Campo, decisi di portarlo a casa con me sia per avere un ricordo di quella magnifica esperienza sia per continuare a giocare con i miei amici.
Col passare del tempo però divenne per me un bastone, di quelli che si usano in montagna durante le escursioni. A dirla tutta, divenne un vero e proprio compagno di viaggio.
E fu dopo il mio terzo Campo estivo, nel 2000, quando mi fu dato il Nome di Caccia, quello che tutti voi conoscete, che decisi di scriverci sopra a fuoco il mio vecchio nome (che ho cancellato nella foto! ;-P), il mio nuovo nome e il luogo e la data in cui lo avevo trovato.
I miei mezzi erano però alquanto strambi: una lente di ingrandimento, i raggi del sole e tanta, tanta pazienza.
Ho sempre avuto idee strane. Folli, direi.
Ci ho messo più di una settimana, ho sudato tanto e non ho nemmeno terminato il lavoro.

Scusate, questa è venuta un po’ sfocata…

… e in questa ho cancellato il mio vecchio nome. Questione di privacy!
Mi ha portato ovunque, è sempre stato con me e ancora oggi è nella mia camera, in attesa di potermi accompagnare nuovamente tra i boschi.
Questa è quindi la storia di come quel bastone è diventato un mio inseparabile amico.
Solo dopo è arrivato il coltellino, ma già prima potevo fare affidamento su…
[CONTINUA]
P.S.: inviatemi descrizioni, riflessioni, storie, foto sulle vostre Cose consumate ed io scriverò un post tutto per voi!
uno dei giochi più belli che abbia mai fatto
Un giorno lo rifaremo!
Ma è lo s-cianco!!!! come lo chiamate strano, voi orsi.
Gli Orsi del sud sì!
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