Cose Consumate – Il testamento

E continuiamo a parlare delle mie Cose Consumate.

A cosa mi riferisco? A quelle cose che, per un legame affettivo, continuiamo ad usare anche quando si sono consumate, appunto.

Non credo sia stato il primo libro di John Grisham che io abbia letto ma è di sicuro l’unico che ho già letto tre volte.

Non so cosa sia che mi appassiona tanto, probabilmente il fatto che Grisham riesca ad ambientare un thriller legale anche nella foresta amazzonica.

La caratterizzazione eccezionale dei personaggi forse, la capacità di intrecciare storie di persone completamente diverse tra loro, i colpi di scena inaspettati, non lo so.

Ma è uno dei libri che più mi ha colpito, che rileggerei volentieri anche adesso, benché lo conosca a memoria.

Di che libro sto parlando?

Il testamento” di Jhon Grisham.

Ecco il libro incriminato mentre riposa sul mio letto dalle allegre lenzuola

Ecco il libro incriminato mentre riposa sul mio letto dalle allegre lenzuola

Qual’è la trama?

Troy Phelan, ricco industriale, si suicida subito dopo aver scritto il suo ultimo testamento, con il quale lascia il suo intero patrimonio a Rachel, una figlia illegittima fino ad allora sconosciuta. Alla ricerca della donna, che lavora come missionaria in Brasile, parte Nate O’Riley, avvocato con un passato fatto di alcol e droga. Nel frattempo gli altri eredi, dissoluti e indebitati, cercheranno di contestare quel testamento che li ha lasciati a mani vuote.

Mentre dal terzo capitolo la narrazione si svolge in terza persona, i primi due capitoli sono raccontati in prima persona dallo stesso Troy. Ecco cosa ci racconta nelle prime pagine del libro:

“Siamo all’ultimo giorno. Anzi, direi all’ultima ora. Sono un vecchio, solo e non amato, malato, sofferente e stanco di vivere. Sono pronto per l’altro mondo: non può che essere migliore di questo.
Sono proprietario del grattacielo di vetro nel quale mi trovo e possiedo il 97 per cento della società che vi ha sede, sotto di me, il terreno che lo circonda per quasi un chilometro in tre direzioni, le duemila persone che ci lavorano e le altre ventimila che non ci lavorano. Possiedo, inoltre, il condotto sotterraneo che porta gas al grattacielo dai miei giacimenti nel Texas e le linee che lo riforniscono di energia elettrica, e sono utente esclusivo del satellite dal quale un tempo, invisibile nell’alto dei cieli, impartivo ordini a un impero personale che si estendeva in ogni angolo del mondo. Il mio patrimonio supera gli undici miliardi di dollari. Possiedo argento nel Nevada, rame nel Montana, caffè in Kenia, carbone in Angola, gomma in Malaysia, gas naturale nel Texas, greggio in Indonesia e acciaio in Cina. La mia società ne possiede altre che producono energia elettrica e computer, costruiscono dighe, stampano giornali e trasmettono segnali al mio satellite. Ho consociate con filiali in più paesi di quanti chiunque riuscirebbe a elencare.
Una volta possedevo tutti i gingilli adeguati alla mia posizione: yacht, jet, belle bionde, case in Europa, haciendas in Argentina, un’isola nel Pacifico, scuderie di purosangue, perfino una squadra di hockey. Ma sono diventato troppo vecchio per queste cose.
I soldi sono la causa della mia sventura.
Ho avuto tre famiglie, tre ex mogli che hanno messo al mondo sette figli, sei dei quali viventi e impegnati a fare il possibile per tormentarmi. Per quanto mi risulta, sono il padre di tutti e sette, e ne ho seppellito uno. Ma è più giusto dire che fu sua madre a seppellirlo. Io ero all’estero.
Ho tagliato i ponti con tutti loro, mogli e figli. Oggi si riuniscono qui perché sono in punto di morte ed è giunta l’ora di dividere i soldi.
Sto progettando questa giornata da molto tempo. Il mio grattacielo è costituito da quattordici vasti piani affacciati su un ombroso cortile interno, dove un tempo organizzavo pranzi d’affari all’aperto. Io vivo e lavoro all’ultimo piano, circa mille metri quadrati di lusso che molti giudicherebbero vergognoso, ma che a me non causa il minimo scrupolo. Ho messo insieme ogni centesimo del mio patrimonio con fatica, intelligenza e fortuna. Spendere questo denaro è una mia prerogativa. Anche sperperarlo dovrebbe essere una mia facoltà, ma sono braccato.
Perché dovrebbe importarmi di chi avrà i miei soldi? Io ci ho fatto tutto quello che si può immaginare. Seduto qui, sulla sedia a rotelle, privo di compagnia e in attesa, non mi viene in mente una sola cosa che vorrei acquistare o vedere, un solo luogo dove vorrei andare o un’altra avventura che vorrei vivere.
Ho fatto tutto e sono molto stanco.
Non m’importa di chi si prenderà il denaro, ma m’importa moltissimo di chi non l’avrà.”

Come dicevo, non so dire se sia il primo libro di Grisham che abbia letto ma è certamente quello che mi ha fatto amare questo autore spingendomi a leggere tutte le sue opere.

Cercando notizie sul web ho scoperto anche che potrebbe essere prodotto un film tratto dal libro.

Sono diffidente, come sempre, ma di sicuro sarei uno dei primi ad acquistare il biglietto.

P.S.: inviatemi descrizioni, riflessioni e storie sulle vostre Cose consumate!

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9 risposte a Cose Consumate – Il testamento

  1. Attilio ha detto:

    Dimentichi di scrivere che il libro è mio!!!!

  2. bottepiccola ha detto:

    A dirla tutta (e qui già so che scatterà un fragoroso ‘buuuuu’),non credo di aver mai letto un libro di Grisham,ma non perchè non mi attragga il genere,semplicemente perchè ho il dannato difetto di scegliere spesso e volentieri un libro dalla copertina 😦 .
    Sì,ok,lo so che è la cosa più sbagliatissima dell’universo,però che ci devo fare se è così?! 🙂
    Uhm,vediamo..un elenco di cose mie consumate che proprio non riesco a buttare?guarda..mi sa che prendo spunto da questo tuo post per scriverne uno mio!!! 😛

    • Orso Chiacchierone ha detto:

      Anche quello è un metodo di valutazione! 🙂
      Non preoccuparti, niente “buuuuu” però se ti capita leggine uno… magari fai la mia fine! 😛
      Beh, mi fa piacere se prendi spunto da me! Non vedo l’ora di leggere!

      • bottepiccola ha detto:

        giuro che se mi capita un libro di Grisham tra le mani,non lo scarterò a priori,e poi ti farò sapere! 🙂
        Attualmente,a proposito di libri,sto finendo di leggere “Warhorse” di Michael Morpurgo 🙂
        Appena possibile cercherò quanto prima di mettere giù idee per il nuovo post 😉

  3. matteo baudone ha detto:

    io ho in mano un libro di camilleri senza montalbano.
    a presto la recensione nel mio blog di libri http://leletture.wordpress.com

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