Cose Consumate – Il Dubbio

E continuiamo a parlare delle mie Cose Consumate.

A cosa mi riferisco? A quelle cose che, per un legame affettivo, continuiamo a usare anche quando si sono consumate, appunto.

E se la settimana scorsa ho parlato di una canzone, questa volta vi scriverò di un libro che contiene la frase che resterà per sempre la mia citazione preferita:

«… chi in vita sua non ha mai avuto dubbi? Solo uno stupido…»
«Ne sei proprio sicuro?»
«Non ho alcun dubbio.»

La scriveva, nel 1992, un certo Luciano De Crescenzo, definito da molti l’ultimo grande filosofo moderno.

Quando iniziai ad approcciare proprio la Filosofia al primo anno di Liceo, al Professore che ci chiese «Avete mai letto un libro scritto da un filosofo?» risposi «Ho letto un libro di Luciano De Crescenzo!».

Il Professore mi rispose con sufficienza: «Luciano De Crescenzo non è un filosofo, fa solo finta di esserlo». Rimasi senza parole ma la mia idea sullo scrittore non cambiò.

Il libro che avevo letto era Il Dubbio: l’avevo trovato tra i libri di mio fratello che l’aveva ricevuto in prestito da una professoressa (che aveva scritto il proprio nome e cognome sulla prima pagina!) e non l’aveva più restituito.

Per fortuna mio fratello non restituiva mai le cose prestate.

Di cosa parla questo libro? Beh, copio e incollo le prime pagine del primo capitolo, così vi farete un’idea. E poi, magari, vi verrà voglia di leggerlo.

Io lo sto rileggendo… per la milionesima volta.

«Credi in Dio?»
«Certo che ci credo»
«Ma ci credi proprio per davvero?»
«Per davvero»
«E non hai mai dubitato, nemmeno una volta, per un attimo solo?»
«In che senso?»
«Nel senso che ti è venuto, non richiesto, un pensierino del tipo: “E se poi non c’è nulla? E se tutto si conclude con la morte, e chi si è visto, si è visto?”»
«Oddio, certo che mi è capitato, come a tutti credo. Però uno poi ci ragiona su, e si riconvince di nuovo»
«Oppure dubita ancora di più. Posso farti una domanda alquanto difficile?»
«Falla pure»
«Quanti anni hai?»
«Venti, lo sai benissimo»
«E quanti anni ancora credi di poter vivere?»
«Ma che razza di domanda è questa? Cosa vuoi che ne sappia! Ne potrei vivere ottanta come nessuno. Non vedo, però, che c’entri tutto questo con l’esistenza di Dio»
«C’entra, c’entra. Dimmi piuttosto: quanto tempo è necessario perché passino ottant’anni?»
«Beh, ovviamente ottant’anni»
«Ne sei proprio sicuro?»
«O bella: ottant’anni non possono che durare ottant’anni. Mi sembra ovvio»
«E invece non è ovvio proprio per niente: ottant’anni a volte possono durare pochissimo, altre volte non finire mai. Come vedi il concetto ditempo è altrettanto imprecisabile del concetto di Dio. La pretesa di capire il tempo è di un’ambizione sovrumana: un po’ come la pretesa di capire Dio»
«Ma che vuol dire capire il tempo?»
«Vuol dire capire il Prima, l’Adesso e il Dopo»
«Fammi un esempio del Prima»
«Dov’eri prima di nascere?»
«Non lo so»
«E dove andrai dopo morto?»
«Io spero in paradiso»
«E com’è che sei così sicuro sul Dopo e non mi sai dire niente sul Prima?»
«E l’Adesso?»
«Quello poi è il più difficile di tutti!»
Questi erano i dialoghi, parola più parola meno, che facevamo da ragazzi, dopo aver mangiato una pizza in trattoria e bevuto una birra, e questi sono i dialoghi che facciamo adesso, tra amici, in un ristorante di lusso, mangiando spaghetti all’astice e bevendo vini pregiati. Sono cambiate solo due cose: il costo della cena, che è aumentato, e il numero degli anni che ci restano da vivere, che è diminuito. Le grandi domande, invece, sono sempre le stesse e come farfalle notturne continuano a volarci intorno, in particolar modo la sera, dopo cena. Invano cerchi di cacciarle via: si allontanano solo di poco per poi riaffacciarsi, silenziose e insistenti più di prima. In questo libriccino, di grandi domande ne abbiamo solo tre a cui trovare, se non proprio una risposta, quanto meno un tentativo di risposta. Sono domande che hanno affascinato da sempre gli uomini di pensiero. Domanda numero uno: è il Caso o il Destino a governare il mondo?
Domanda numero due: che cos’è il Tempo?
Domanda numero tre: che cos’è lo Spazio?

Ah, ricordatevi, non parlerò solo delle mie Cose Consumate: se e quando vorrete, parlerò anche delle vostre.

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